In un momento storico di prosperità e benessere, ovvero gli anni ‘50, nel panorama dell’arredamento domestico — che dal Dopoguerra è sempre più incline ad arredi che coniughino comfort e funzionalità — ecco che si affaccia sul mercato un nuovo player. Che diventa fonte di imitazione, competizione, nonché di ispirazione per il design made in Italy e internazionale: parliamo naturalmente del design scandinavo, che con il suo fascino, evocativo di paesaggi freddi, case calde e avvolgenti, legni chiari e tonalità rilassanti, ha originato arredi e oggetti dalle linee semplici: che siano funzionali prima di tutto, accessibili e alla portata di tutti, ma eleganti al contempo. Un'eleganza pragmatica che porta con sé decoro e qualità, ispirata dalle forme e dai materiali offerti dalla natura locale.
Gli ideali minimalisti e democratici supportati dal design scandinavo, definizione con cui si indica generalmente la produzione di arredi e arti decorative provenienti da Svezia, Finlandia, Danimarca, Norvegia e Islanda, fanno parte del DNA creativo e progettuale nordeuropeo già dai primi del ‘900, anche se sono principalmente gli anni '50 a rappresentare la Golden Age di questa corrente, che proprio in questa decade raggiunge la sua massima espressione e notorietà al di là dei confini del mercato nazionale, anche grazie a prestigiose mostre internazionali, tra cui le tre edizioni della Triennale degli anni ‘50, che si dimostrano particolarmente inclini a divulgare l’innovativo approccio nordico e il suo valore primario: creare cose belle che migliorino la vita quotidiana.
Diceva Josef Frank, uno dei “fondatori” del design svedese moderno e democratico, antesignano degli articoli per la casa di Ikea e per un lungo periodo (dagli anni 30 ai 50), direttore artistico della produzione di un altro celebre marchio svedese, Svenskt Tenn: «Una casa non deve essere una semplice macchina efficiente, ma deve offire comfort, riposo e intimità. Calmare l'occhio, stimolare l'anima».
Per comprendere meglio questo concetto, ci soffermiamo sull’eleganza sobria che si ritrova nelle linee ergonomiche, ispirate alle forme della natura, che caratterizzano la produzione di mobili, lampade e tessuti di Artek, (nome archetipo del connubo arte-tecnologia), fondato nel 1935 dall’architetto finlandese Alvar Aalto. I primi pezzi della produzione, realizzati in legno di betulla, riprendevano gli arredi che Aalto aveva progettato nel 1928 per il Sanatorio di Paimio, con in testa l’iconica poltrona Paimio, oggi un cult dell'arredamento contemporaneo di tendenza, connubio tra seduta confortevole (la sua linea sinuosa accompagna l'andamento del corpo umano), e praticità: la struttura in compensato curvato e legno laminato la rendevano, trattandosi di un arredo ospedaliero, particolarmente facile da igienizzare.
Alvar Aalto, maestro per eccellenza dello stile scandinavo moderno, instaurò fruttuose collaborazioni con aziende finlandesi di rilievo, come ad esempio la vetreria Iittala, che proprio negli anni anni '50 consolidò importanti sodalizi con alcuni dei più affermati progettisti finlandesi, con in testa Tapio Wirkkala e Timo Sarpaneva, gettando le basi di uno stile unico, articolato su oggetti di vetro non solo pratici e funzionali, ma anche belli da vedere e piacevoli da usare nella vita di tutti i giorni.
La parola d'ordine è dunque innovazione. Pensiamo alla ditta danese Louis Poulsen, che nel 1958 lancia la rivoluzionaria lampada PH Snowball firmata da Poul Henningsen: costruita con un sistema di diversi paralumi, elimina l’abbagliamento visivo e diffonde una luce morbida. Restando in Danimarca, il legno è protagonista nella produzione di una delle punte di diamante del design danese, la Carl Hansen and Søn, oggi guidata dalla sua terza generazione: fu proprio durante gli anni '50 che la ditta intercettò il talento di un’innovativa generazione di designers, capitanata da Hans J. Wegner, Jacob Kjaer e Finn Juhl, progettisti di arredi pratici ed eleganti, con un focus su sedie e poltrone: qui spicca l’elegante Wishbone Chair firmata da Wegner (la Y chair), un progetto del 1949 in cui schienale e bracciolo si fondono in un unico pezzo. La funzionalità si accompagna sempre alla cura del dettaglio: per fabbricare ogni Wishbone infatti, sono necessari più di 100 passaggi, la maggior parte dei quali vengono eseguiti a mano! Tra i cavalli di battaglia di un altro prestigioso marchio di design danese, la Fritz Hansen, è da ricordare invece l’avvolgente sedia girevole Swan, disegnata da Arne Jacobsen nel 1958 per essere l'apoteosi design ergonomico: nella seduta, nessuna linea retta.
In Norvegia, escludendo esempi di eclatanti successi come quello della ditta Stokke, produttrice tra gli altri della sedia estensibile Tripp Trapp progettata da Peter Opsvik nel 1972, c'è l’opportunità di riscoprire realtà produttive e designer meno conosciuti ai più, che offrono un interessante repertorio che ai collezionisti più esperti suonerà familiare: citiamo per esempio gli arredi firmati Rastad & Relling, produzione fondata nel 1943 da un gruppo di architetti e designers, altresì nota per la collaborazione con il designer norvegese Gustav Bahus, autore, tra i diversi progetti, della serie di sedie in canna e sedile in pelle Bambi, e di pratici mobili sideboard con pannelli lavorati a motivi geometrici. Negli anni '50, Rastad & Relling fu scelta per il design dei mobili destinati alla riprogettazione del Parlamento norvegese.
Tutte le realtà che abbiamo citato sono tuttora attive e presenti sul mercato vintage con i loro esemplari del '900... ma ci sono ancora centinaia di designer e ditte scandinave che meritano di essere raccontate. Non perdete il prossimo appuntamento che intOndo dedicherà a questo settore del vintage!